Marcantonio Vittorino

PROPOSTE PER GLI STATI GENERALI DEGLI ATTIVISTI CERTIFICATI

 

Relatore e candidato a rappresentare le proposte agli Stati Generali, Martino Caruso.

 

Punto 2: Organizzazione e struttura del MoVimento 5 Stelle

 

 

a) STRUTTURA TERRITORIALE Il caos, l’anarchia che regna attualmente nel M5S, sia nazionale che territoriale, e lo spettacolo indecoroso a cui stiamo assistendo in tutta Italia (grasso che cola per tutti i mass media e i nostri oppositori) hanno un’unica causa: l’assenza di regole certe e di una struttura democratica che possa attuarle oltre che per colpa di una comunicazione inadeguata. Inoltre attualmente abbiamo un sistema deliberativo troppo verticistico, troppe decisioni e nomine calate dall’alto e in taluni casi riscontriamo proprio dei vuoti normativi: in questo contesto, la figura dell’attuale Facilitatore Regionale è stata decisamente fallimentare e nelle nostre proposte per gli Stati Generali essa sarà sostituita da un Referente Provinciale, uno (o più) per ogni provincia, con relativa sede fisica e/o telematica (Assemblea Deliberativa), con responsabilità e diversi compiti fra cui:

 

 

 Funzioni di mediazione tra attivisti/simpatizzanti e portavoce ai vari livelli regionali (consiglieri comunali, altri referenti provinciali, consigliere regionali);

 Gestione delle attività dei vari gruppi territoriali della sua provincia di competenza;

 Funzioni amministrative e gestione delle campagne elettorali;

 Funzioni di raccordo tra il M5S e le varie associazioni di categoria e gli stakeholder;

 Gestione di laboratori formativi politici e amministrativi, di laboratori operativi coinvolgendo diverse aree della società civile per la stesura e la realizzazione di progetti utili alla collettività.

 

Il Referente Provinciale non dovrà avere particolare potere politico in quanto sarà l’Assemblea Deliberativa, esprimendosi a maggioranza, ad esercitare la funzione politica. Sovente abbiamo visto i portavoce assenti dai territori anche in virtù dei loro impegni istituzionali: a cagione di ciò, a nostro avviso, il Referente dovrebbe essere selezionato tra gli iscritti non eletti che non abbiano avuto, preferibilmente, altri incarichi precedenti nel M5S. In questo modo avranno più tempo a disposizione per dedicarsi alla cura di tutte le attività delle Assemblee Provinciali. I Referenti dovranno essere eletti dai soli attivisti, raccoglieranno le richieste, le istanze e le segnalazioni da inserire nell’Odg delle Assemblee, resteranno in carica per 2 anni e potranno essere sfiduciati anche prima della scadenza se l’Assemblea, con voto palese a maggioranza in seguito a una mozione di sfiducia, ritenga che sia il caso. Le scelte portate avanti dalle assemblee locali non saranno opinabili da parte di chi si occupa della linea politica nazionale.

 

b) UTILIZZO DEI FONDI Finora i fondi delle restituzioni del M5S sono stati utilizzati per il micro credito, per aiutare categorie di persone in difficoltà, per donare mezzi e strumentazioni ad Asl e Protezione Civile, per sostenere la Piattaforma informatica. Tutti nobili intenti, ma è mancato il sostegno economico alle attività degli attivisti che troppo spesso ci hanno rimesso di tasca propria. Riteniamo importantissimo investire parte del capitale favorendo la crescita del M5S sui territori: per l’apertura di sedi fisiche (avvicinando persone meno avvezze alla tecnologia), la retribuzione o rimborso spese dei Referenti (permettendo anche ad attivisti meno facoltosi di poter assumere questo ruolo), per supportare le campagne elettorali e per la creazione di tavoli di lavoro/formazione nei quali coinvolgere professionisti di ogni settore della 2 società civile. Ogni voce sopra elencata dovrà essere oggetto di rendicontazione. Sappiamo bene che da questo orecchio molti, nel M5S, non ci sentono ma noi crediamo che sia arrivato il momento di sfatare questo tabù: i fondi servono per concretizzare le idee e radicarci sul territorio!

 

c) VERTICI M5S La maggioranza degli iscritti si esprimerà per decidere se il M5S continuerà ad avere un solo capo politico o un organo collegiale. Siamo favorevoli alla seconda ipotesi ma in tutti i casi crediamo che i vertici nazionali non debbano più interferire in maniera preponderante sui territori, che in autonomia potranno decidere i propri candidati, le liste da certificare ed eventuali alleanze. I vertici avranno funzioni nel definire e indirizzare la linea programmatica generale, nel gestire la comunicazione interna ed esterna e nel rapporto con i mass media. Bene invece l’idea del Team del Futuro e i Facilitatori Nazionali per le diverse aree tematiche ma bisogna che siano coordinati al meglio e che il loro lavoro possa essere più proficuo.

 

d) COMUNICAZIONE Inutile girarci attorno, la comunicazione è fondamentale per il consenso di una qualsiasi forza politica, compreso il M5S. Senza il consenso non puoi entrare nelle Istituzioni e di conseguenza non puoi portare avanti le battaglie che si intendono perseguire a vantaggio della collettività. La Comunicazione del M5S soprattutto in questi ultimi anni è stata molto carente, sia quella esterna che quella interna. Ricordiamo tutti le ultime parole famose del nostro ex capo politico Luigi Di Maio, il quale sosteneva che non fosse troppo importante comunicare i risultati ottenuti, realizzando buone leggi per l’Italia, perché questi sarebbero pervenuti nelle vite dei cittadini che avrebbero poi compreso di chi fossero i meriti. Così, ahinoi, non è stato! Ed è proprio durante i 14 mesi di governo con la lega che abbiamo visto scendere vertiginosamente il consenso nonostante i nostri ministri e parlamentari fossero al lavoro per i cittadini giorno e notte. Dunque, perché abbiamo perso milioni di voti? A nostro avviso, pur considerando tutti gli errori commessi e le nostre pecche per ciò che concerne la comunicazione interna, le responsabilità maggiori sono da attribuire al SISTEMA MEDIATICO nazionale quasi tutto schierato contro il M5S. Si obietterà: “Ma anche prima di andare al governo avevamo il Mainstream tutto contro. Certo, però prima non potevano dire: “Avete dato il Reddito di Cittadinanza ai delinquenti”, prima non potevano dire “Il Decreto Dignità ha provocato migliaia di licenziamenti”, prima non potevano dire “Bonafede ha scarcerato i mafiosi”. Il Mainstream quindi è il primo responsabile ma noi non siamo stati in grado di contrastare il linciaggio mediatico che ogni giorno di più seppelliva il nostro consenso. Per questi motivi chiediamo un netto cambio di rotta nell’approccio a tutto ciò che riguarda la comunicazione! Essa, innanzitutto, deve essere appannaggio dei vertici nazionali e dovrà essere concertata di comune accordo con lo Staff della Comunicazione. Tutti i Portavoce dovranno ricevere un’adeguata formazione dal suddetto Staff. Si dovrà definire inoltre una linea politica chiara e lineare che dovrà essere coerente per tutti i mass media: TV, Stampa, Radio, Social Media. Tutto questo onde evitare dicotomie di intenti o anarchie che troppo spesso abbiamo visto, specie in questi ultimi tempi, da parte dei rappresentanti del M5S a tutti i livelli.

 

Partiamo proprio dalla famigerata TV, lo strumento di comunicazione per eccellenza che entra nelle case di 60 milioni di italiani: per la maggior parte delle volte siamo assenti ingiustificati nei talk show politici più seguiti e rinomati e quando siamo presenti l’atteggiamento degli interlocutori del M5S è sovente troppo poco reattivo e per nulla teso a dimostrare ai telespettatori quanta falsità e parzialità ci sia nei confronti del M5S! L’unico intento dovrebbe essere quello di portare un messaggio chiaro ai 3 telespettatori: l’informazione è importantissima e può incidere in maniera decisiva sull’opinione pubblica influenzando gli elettori e spostando quindi il consenso. La nostra comunicazione dovrà essere pacata ma allo stesso tempo incisiva, anche nel momento in cui i nostri Portavoce dovessero essere messi in difficoltà dall’intervistatore o conduttore di turno. Ovviamente senza tralasciare o sottovalutare il rapporto con la carta stampata e con le Radio: sarà importante rilasciare regolari interviste ai maggiori quotidiani nazionali e network web radio intervenendo tempestivamente ogni qualvolta si diffondono fake news. Per l’agenda politica poi si attende la famosa legge sugli editori impuri (al vaglio delle commissioni) che possa dare una stretta al conflitto di interessi tra informazione e politica. Per quanto riguarda i Social, troppo spesso abbiamo visto e stiamo assistendo, specie in questi ultimi tempi, a una comunicazione praticamente al contrario: lotta tra bande, accuse reciproche tra portavoce, sputtanamenti vari! Insomma, una contrapposizione costante tra le diverse correnti di pensiero che stanno dilaniando il Movimento dall’interno. Tutto questo, oltre che stancare attivisti, simpatizzanti e cittadini, non fa altro che ingrassare il già citato sistema mediatico che non aspetta altro che fare del M5S un sol boccone! Paradossale poi per i cittadini vedere un Movimento, nato per fare gli interessi del bene comune il suo cavallo di battaglia, ostaggio delle guerre di potere proprie della vecchia politica.

 

Per cui chiediamo:

 

1) Di destinare una percentuale degli introiti del M5S (da decidere quanto e come), all’organizzazione per il settore Comunicazione del gruppo parlamentare, “comunicazione interna ed esterna”.

 

2) Creare o sviluppare maggiormente un sistema che prepari un gruppo di persone, una task force destinata ai rapporti con Tv, Stampa e Radio al fine di migliorare notevolmente la comunicazione esterna dei lavori parlamentari ed in generale delle leggi che si approvano e riguardo l’indirizzo politico che il movimento vuole portare avanti.

 

3) I responsabili dello “Staff Comunicazione” devono essere resi pubblici e saranno oggetto di valutazione per i risultati ottenuti sul campo. C’è bisogno di costante creazione e utilizzo di infografiche riassuntive (lista di cose fatte con date e dati, spiegazione di provvedimenti, paragoni, anti-fake news, ecc.) da diffondere tra i simpatizzanti, strumenti da utilizzare nei banchetti e nelle conversazioni giornaliere.

 

4) Mettere in discussione i vertici della Rai: presidente, Cda, conduttori dei Tg e dei palinsesti a scopo politico.

 

Punto 3: Principi e regole del MoVimento 5 Stelle

 

a) PIATTAFORMA ROUSSEAU E PROFILO ATTIVISTA In questi anni abbiamo imparato ad apprezzare uno strumento importante per il M5S come la Piattaforma Rousseau: essa rappresenta la prima sperimentazione al mondo di quella che chiamiamo democrazia diretta e, nonostante qualche limite, il futuro del Movimento non potrà prescindere dal suo utilizzo. Mettere in discussione la piattaforma Rousseau potrebbe significare mettere in discussione il voto democratico degli iscritti e noi vogliamo a tutti i costi scongiurare questo rischio! Nel 2016 la Piattaforma viene rilasciata e donata al Movimento 5 Stelle e la sua gestione viene affidata all‘Associazione Rousseau fondata da Gianroberto e Davide Casaleggio proprio con lo scopo di sostenere e sviluppare l’omonima Piattaforma. A nostro avviso il nodo da sciogliere è quello relativo al conflitto di interessi rappresentato da chi gestisce Rousseau, che dovrebbe avere esclusivamente ruoli amministrativi e non politici.

 

Per garantire la veridicità del voto su Rousseau bisogna considerare poi un problema ricorrente che si riscontra sulla Piattaforma e cioè la registrazione di molte persone che non militano nel Movimento 5 Stelle attraverso la creazione di profili indirizzati esclusivamente a cambiare le sorti del voto, danneggiando di conseguenza il Movimento. L’attuale sistema di controllo di Rousseau consente il voto dopo sei mesi dall’avvenuta iscrizione, il che non basta a risolvere il problema. Perciò proponiamo che abbiano diritto di voto solo gli iscritti con profilo attivista pubblico, da svolgersi sulla Piattaforma per quanto concerne tematiche di carattere nazionale o in presenza/online per tematiche locali nelle Assemblee Deliberative. Succede spesso che attivisti di una stessa zona facciano fatica addirittura a conoscersi, per cui sarebbe opportuno rendere noto, a livello provinciale, l’elenco degli iscritti (con profilo pubblico) per facilitare la comunicazione tra questi agevolando anche la creazione di liste per le elezioni comunali. Su questo punto abbiamo riscontrato lo scetticismo di chi vede nella legge sulla privacy un impedimento alla pubblicazione di un elenco iscritti all’interno della Piattaforma Rousseau: il nodo si potrebbe tranquillamente sciogliere chiedendo agli iscritti con profilo pubblico di autorizzare il trattamento dei dati atto al suddetto scopo e secondo le normative vigenti. Stiamo considerando anche di utilizzare il sistema di crediti già esistente (attività di banchetti, rappresentanti di lista, volantinaggio, ecc.) per impedire che il voto locale risulti manipolato. Proponiamo inoltre il rinnovo dell’iscrizione su Rousseau una volta l’anno, punto importante da realizzare in modo da richiamare gli iscritti - aventi diritto al voto - ad una partecipazione attiva e valutiamo financo la possibilità di una conferma dell’iscrizione in presenza presso il proprio Referente provinciale entro un certo tempo dalla registrazione della stessa. Sarebbe interessante infine implementare la possibilità di indire un referendum propositivo, che a livello nazionale (in prima lettura alla Camera) è stato approvato, poi si è arenato e sarebbe bello avere questo tipo di possibilità anche nella nostra democrazia interna!

 

b) UTILIZZO DEL SIMBOLO Troppo spesso attivisti, anche datati, hanno lamentato il fatto di non poter svolgere attività sul territorio a nome del M5S e la cosa, correlata alla frequente assenza da parte di alcuni portavoce, ha causato la scomparsa del M5S dalle piazze e tra i cittadini. Questo problema è molto sentito, specie nei comuni più piccoli dove non vi è neppure un consigliere e il gruppo del posto è proprio impossibilitato a muoversi. Per ovviare a ciò tra le nostre proposte chiediamo che l’uso del simbolo, da parte di gruppi di attivisti per iniziative sul territorio, potrà essere concesso successivamente a richiesta scritta 5 indirizzata al Referente Provinciale e per ogni singola attività da realizzare. La concessione sarà indipendente dalla presenza di un portavoce e sarà relativa alla singola attività.

 

c) CONFERMA VINCOLO DEI DUE MANDATI Uno dei nostri cavalli di battaglia è sempre stato “Non vogliamo professionisti della politica” e così dovrà restare! Il vincolo dei due mandati non va assolutamente derogato per Consiglieri Regionali, Parlamentari ed Europarlamentari. Allo stesso modo però vorremmo preservare quelle figure di spicco, i talenti, che si siano particolarmente distinti nello svolgimento delle loro funzioni istituzionali. Non possiamo permetterci di perdere esperienza, competenze e conoscenze di altissimo livello (come quelle acquisite ad esempio dai vari Di Maio, Toninelli, Di Battista, Bonafede, ecc.) soltanto perché semplicemente il loro tempo scade. Così come Beppe Grillo inizialmente prestò il suo personaggio e la scia mediatica che generava per formare, supportare e sponsorizzare cittadini sconosciuti, allo stesso modo dovrebbero fare le nostre attuali figure di spicco per i nuovi arrivati, garantendo un ricambio costante nel Movimento.


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